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"Punto e accapo", l'album di debutto di Carlo Vannini

L' Album "PUNTO E ACCAPO"

L’Album Punto e accapo è la sintesi del primo passo verso il mondo del cantautorato di Vannini. L’artista ha voluto raccogliere e ricostruire tutti i brani scritti negli ultimi 15 anni, commistionandoli a quelli scritti più recentemente che potessero rappresentarlo al presente. Brani diversi tra loro, appunto, ma legati da un filo comune che dà voce alle origini e alle esperienze di Carlo Vannini: dalla musica popolare al jazz, dalla melodia al teatro. Dalle storie che osserva a quelle che vive. Questo è lui oggi: Punto e a capo. Perché l’inizio e la fine hanno sempre un profilo incerto, dipendono solo dal nostro modo di guardare e di vivere il percorso nel mezzo. L’arrangiatore del disco è Giosi Cincotti, nonché fisarmonicista e pianista in tutti e sei brani, così come Ernesto Nobili alle chitarre, Michele Maione alle percussioni e Roberto Giangrande al contrabbasso. Preziosa la collaborazione agli archi del brano Come quella volta al mare di Arcangelo Michele Caso. L’intero lavoro è stato registrato e missato presso lo studio Megaride da Raffaele De Luca.


TRACKLIST

‘A tammurriata d’’a munnezza

L’Amaca

Ammore nun ce sta

Assettato

Come quella volta al mare

Punto e accapo

 

IL SINGOLO: "Punto e accapo"

Il brano Punto e accapo è una storia che si ripete, tante volte quanti sono i giorni che la raccontano. È la storia di chi, all’interno di una relazione, si porta addosso pensieri e sentimenti repressi, difficili da ingoiare o da comunicare all’altro: un rospo in gola, un mormorio di cose taciute, un’insofferenza reciproca e a volte, gratuita. Ma è anche la storia di chi, unicamente attraverso l’altro, riesce a trovare quello di cui ha bisogno, in un’altalena continua di desiderio e avversione.

 

BIOGRAFIA

Carlo Vannini, classe 1989, è un artigiano della musica, uno che la musica l’ha masticata sin da giovanissimo, l’ha studiata, studiata veramente, diplomandosi in teoria e solfeggio al Conservatorio di Musica Cimarosa di Avellino e laureandosi col massimo dei voti in Canto Jazz presso il Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli. L’ha approfondita, quindi, ma le ha anche concesso l’onere e l’onore di attraversare completamente la sua vita, di plasmarla, di dirigerla, di concepire e custodire la chiave di accesso prioritario alla sua storia, un lascia passare alle sue scelte, alle sue emozioni più profonde, una necessità imprescindibile di filtrare la sua vita tra le note e le parole, con uno stile netto e definito che fonde la musicalità linguistica partenopea alla tradizione cantautorale più classica, fatta di pause, di lentezza, di riflessioni antropologiche, di introiezione pacata e duratura. Nei nostri tempi fatti di scoop, di sensazionalismi, di velocità smodata, di musica usa e getta, di tutto e subito, Vannini si muove in direzione ostinata e contraria, scegliendo la strada migliore che non è la più breve, ma quella in cui vedi più cose e cadi più volte, in cui senti il dolore e lo vivi e lo doni. L’artista punta a restare nel tempo, non come un vino qualsiasi tra tanti di uno scaffale del discount, ma come una bottiglia di vino raffinato che ha atteso anni, decenni, immobile in una cantina prima di essere donato, stappato, annusato e degustato in un calice di cristallo, di quelli che se ti bagni il dito e lo passi sul bordo, suonano e suonano bene. La musica di Vannini non è da scorrimento compulsivo di reel, ma da ascolto capace e introspettivo perché lui è uno dai tempi dilatati, sospesi, non banali, uno che vuole permanere, consapevole che la strada è in salita, ma certo che, alla fine della salita, il panorama è decisamente migliore.


Classe 1989, Carlo Vannini è, inoltre, diplomato come attore all’Accademia d’Arte Drammatica del Teatro Bellini di Napoli diretta da Alvaro Piccardi e Tato Russo. Tra le sue esperienze teatrali ricordiamo la partecipazione al musical “C’era una volta…Scugnizzi” con la regia di Claudio Mattone e la collaborazione con la compagnia dei Giovani del Teatro Bellini, sotto la guida di Gabriele Russo. Ha lavorato, inoltre, con Pino Strabioli, il drammaturgo e regista Mario Gelardi, il musicista Maurizio Capone; ha realizzato le musiche del film teatrale “La Giostra del Moro” di Carlo Geltrude per il Campania Teatro Festival e del cortometraggio “Gli Spazi Bianchi” arrivando in finale al Roma Film Festival. E’ insegnante di canto, pianoforte e recitazione in diverse scuole e accademie teatrali, come la Teatro Bellini Factory del Teatro Bellini di Napoli o la Casa Circondariale di Napoli-Poggioreale. Inoltre per dieci anni ha fatto parte del collettivo che gestiva il Nuovo Teatro Sanità. Nel 2024 pubblica il suo primo album “Punto e accapo” in cui è autore e compositore, grazie al quale riesce a essere scelto tra i nove finalisti, su oltre 400 progetti, del Premio Parodi dedicato alla world-music.

 

 Etichetta Clapo Music Edizioni Marchiaroedizioni musicali Distribuzioine digitale Believe


 

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